All'inizio del Seicento, il Cardinale commendatario dell’Abbazia di Fossanova, Francesco Barberini, aveva fatto trasformare in Cappella la stanza dove era ospitato San Tommaso, nella casa dell'Abate, per poi farla arricchire con un soffitto a cassettoni decorato da dipinti dei quali oggi non restano tracce.
Fu ancora la  famiglia Barberini a commissionare l'altorilievo posto sull’altare tra il 1666 e il 1667 all'artista Giuseppe Giorgetti.

L’opera rappresenta il momento in cui i monaci che ospitarono Tommaso, inconsapevoli della sua morte imminente, gli chiesero un commento al Cantico dei Cantici come, gli dissero, già fece San Bernardo. Tommaso declinò l’invito dicendo semplicemente di non essere San Bernardo.

Durante il periodo napoleonico in Italia, quando l’Abbazia fu soppressa, questo altare fu smontato e, insieme ad altri oggetti del monastero, fu consegnato alla Cattedrale di Priverno dove fu ricostruito nell’area absidale della chiesa. Dopo la caduta di Napoleone, l’altare venne ricollocato nel luogo originario.